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IL SANTUARIO DELLA BOZZOLA

LA STRUTTURA

L’edificio sacro presenta una facciata imponente con un grande pronao, protettivo dell’ingresso principale conosciuto come “Porta dei Santi”, nonché dei due ingressi laterali. Una loggia quadripartita, posta sopra la navata centrale e sporgente sulla piazza, è sorretta da colonne intonacate con base in granito e capitelli dorici in conci di cotto.

La terrazza sovrastante è raggiungibile tramite una scala a chiocciola che porta all’organo. Lo stile della facciata rispecchia fedelmente i dettami stilistici dell’epoca di costruzione, ovvero il 1905. L’accesso al Santuario avviene attraverso la porta centrale detta “Porta dei Santi”, nonché le due porte laterali, ovvero “Porta del Dolore” a sinistra e “Porta della Gloria” a destra.

L’interno, terminato nel 1860, è a forma di croce greca con cupola ottagonale sormontata da lanterna decorata con affreschi di grande pregio. Il campanile, il più alto della città con i suoi 43 metri, ospita un concerto di 10 campane fuse da Capanni nel 2002.

L’EVENTO PRODIGIOSO

Nel 1456, il nuovo signore di Garlasco, il marchese Castiglioni, desideroso di adornare la sua cappella privata nel castello appena costruito, chiese aiuto a un amico di Milano, che gli inviò il giovane pittore Agostino da Pavia, all’età di vent’anni. Durante il suo viaggio a cavallo, Agostino si ritrovò intrappolato in un mulinello del fiume Ticino, da cui fu miracolosamente salvato grazie alle sue preghiere. Dopo aver raggiunto la riva con grande sforzo, si addentrò nei boschi e scoprì un’antica cappella. Come gesto di gratitudine, Agostino dipinse un affresco della Vergine Maria in questa cappella, senza dirlo a nessuno.

Qualche anno più tardi, una giovane pastorella di nome Maria, muta fin da bambina a seguito dell’eccidio della sua famiglia ad opera di soldati, si recava nella zona a pascolare gli animali. Un giorno raccolse dei fiori di biancospino (pianta nota come “buslón” nel dialetto lomellino, da cui il toponimo Bozzola) e li depose davanti all’immagine della Vergine Maria, pregando per ottenere il dono della parola. Fu in quel momento avvenne il miracolo: un globo di luce scese dal cielo e si posò su un cespuglio. Apparve la figura della Madonna che disse alla ragazza: “Maria Benedetta, vai a dire alla gente di Garlasco, che voglio qui un Santuario a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che io farò in questo luogo, che i miei figli esperimenteranno i tesori delle mie misericordie. Come segno che ti sono apparsa tu hai già udito il mio messaggio, ora lo porterai alla gente di Garlasco”.
La fanciulla, che da quel giorno fu chiamata Benedetta, tornò dal pascolo in grado di parlare e di esprimersi. I Garlaschesi, appena saputo del prodigio, si unirono per costruire la chiesa e renderla accogliente per tutti.

Qualche anno più tardi, una giovane pastorella di nome Maria, muta fin da bambina a seguito dell’eccidio della sua famiglia ad opera di soldati, si recava nella zona a pascolare gli animali.

Un giorno raccolse dei fiori di biancospino (pianta nota come “buslón” nel dialetto lomellino, da cui il toponimo Bozzola) e li depose davanti all’immagine della Vergine Maria, pregando per ottenere il dono della parola. Fu in quel momento avvenne il miracolo: un globo di luce scese dal cielo e si posò su un cespuglio. Apparve la figura della Madonna che disse alla ragazza: “Maria Benedetta, vai a dire alla gente di Garlasco, che voglio qui un Santuario a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che io farò in questo luogo, che i miei figli esperimenteranno i tesori delle mie misericordie. Come segno che ti sono apparsa tu hai già udito il mio messaggio, ora lo porterai alla gente di Garlasco”.


La fanciulla, che da quel giorno fu chiamata Benedetta, tornò dal pascolo in grado di parlare e di esprimersi. I Garlaschesi, appena saputo del prodigio, si unirono per costruire la chiesa e renderla accogliente per tutti.

LA STORIA

A partire dal 1465, la comunità di Garlasco iniziò a costruire una nuova cappella attorno all’antica edicola votiva, in seguito sostituita da una chiesa vera e propria nel 1565.

Durante il XVI secolo, grazie alle elemosine dei fedeli, alle donazioni dei Castiglioni e alle offerte della Curia di Pavia, l’asse della navata fu spostato per far sì che l’altare con l’immagine miracolosa diventasse la mensa maggiore.

Nel 1623, la chiesa appariva già ben costruita e decorata con una singola navata, mentre nel 1662 fu costruito il campanile.
Nel XVIII secolo vennero effettuati importanti lavori di ampliamento, tra cui l’edificazione del braccio destro della chiesa, l’innalzamento della volta del presbiterio e la costruzione della cupola ottagonale.

 

Nel 1765, fu inaugurato il nuovo altare maggiore in marmo policromo, che evidenziava la presenza dell’immagine quattrocentesca della Vergine.
Nel corso del XIX secolo, il Santuario della Bozzola subì importanti trasformazioni architettoniche, come il completamento del braccio di sinistra nel 1843 e l’allungamento della navata centrale nel 1860, che gli conferirono la forma a croce greca attuale. Nel 1905, l’ingegnere Cesare Nava progettò la facciata attuale, arricchita dalle statue in cotto del Provini di Milano e del Repellini di Cremona.
Nel primo ventennio del XX secolo, il Santuario continuò ad attrarre numerosi fedeli.

Nel 1927, il Santuario fu elevato a Basilica Minore e sulla facciata furono collocati tre stemmi marmorei in memoria dell’evento.

Nel 1938, fu installato un grande organo Mascioni di Cuvio, che ancora oggi appassiona i musicisti e gli appassionati di musica sacra.

A partire dagli anni ’90, il complesso architettonico del Santuario è stato oggetto di un vigoroso intervento di restauro, che ha coinvolto tutte le sue strutture. Sono stati ristrutturati anche la Cappella della Confessione, il presbiterio e l’ambone, mentre è stata realizzata la Cappella Galleria della Misericordia con affreschi e statue dell’artista Mario Toffetti. All’esterno del Santuario è stata inoltre creata una nuova cancelleria, liberando così gli spazi interni che ora fungono da cappella per l’adorazione eucaristica.

Nel piano interrato, sotto la zona della sacrestia e della nuova cancelleria, è stato ricavato un salone per i pellegrini e la catechesi, nonché una sala per le prove di canto e il nuovo teatro del Santuario che ospita gli spettacoli organizzati dal Gruppo, la festa di Capodanno, la pesca di beneficenza del periodo pasquale e molte altre attività.

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